La Cina e la sua capitale Pechino vivono e rappresentano, più di qualsiasi altro paese, il cambiamento. La dicotomia tra modernità e tradizione si rivela in tutta la sua complessità. In questa partizione si articolano elementi contrastanti ma complementari sia dal punto di vista dell’esistenza che del paesaggio urbano. La modernità che irrompendo ha cambiato il volto di Pechino ha dato vita a fenomeni sociali variegati. Nel villaggio degli artisti di Song Zhuang, a un’ora di Pechino nel distretto di Tongzhou, vivono più di tremila persone: si tratta della più grande comunità di artisti in Cina. Originariamente in questo gigantesco villaggio muovevano i primi passi alcuni esponenti dell’avanguardia artistica cinese. Oggi, questo luogo costellato da gallerie, ateliers, case in cui vivono gli artisti, è un esempio perfetto di spazio sociale complesso. In Cina, la tranquillità e la calma dei paesaggi naturali, rappresentate dai gesti ancestrali di un monaco buddista, convive con il ‘caos’ del mondo moderno con i suoi rumori, con le sue distrazioni artistiche e mondane. A Song Zhuang tutto è complementare: l’arte tradizionale convive con quella contemporanea, le tecniche tramandate con la frenesia delle ultime tendenze. In questo quadro composito e apparentemente contradittorio si muovono ed operano quattro figure che rappresentano altrettante categorie.
Un documentrio girato dal gruppo meditfilm durante una residenza artistica presso la galleria Gozone Art Museum. Un racconto in cui si contrappongono la fuga dalla tradizione con la fuga dalla modernità, due tendenze distinte che animano le scelte individuali in questa lunga fase di transizione sociale ed economica della Cina.
Cai Dequan (Artista del ferro, Xue Ni (Artista dei sigilli), Zhang Xi Yu (Pittrice), Yan Xu (Pittore monaco), Zhang Jinchun (Violinista), Ren Rong (Artista del ferro)